Практический курс итальянского языка. Продвинутый этап обучения
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(стр. 3)
44. Riassumere il testo per esteso.
LETTURA SUPPLEMENTARE
45. Leggere, tradurre in russo e riassumere il seguente testo:
M. Mormier. Giuseppe Garibaldi
M. Mormier. Giuseppe Garibaldi
11 settembre.
Decisamente, Garibaldi ha detronizzato San Gennaro. Lui e ora il patrono di Napoli. Regna e governa, e dappertutto, e tutto.
Non essere che il generale d'uno Stato secondario, «un soldataccio cui si puo affidare un battaglione, forse una brigata», si diceva di lui fino a poco tempo fa; io dico di piu: non essere neppure il generale perche fin dall'inizio aveva dato le dimissioni; non avere beni di fortuna, ne grandi nomi ereditari che ricoprono l'ambizione personale; non essere, in una parola, che il rappresentante di un'idea.
Avere contro di se l'Europa intera. Essere solo, povero e senza diritti; e cionondimeno smuovere le nazioni, improvvisare uomini, trovare milioni, sollevare il mondo con una parola; e questo senz'abilita, senza cospirazione, senza mistero: soltanto mostrandosi a tutti, con gli occhi fissi ed il dito teso verso la meta sognata; poi partire con un pugno d'uomini, e con questo pugno d'uomini dichiarare guerra a un sovrano che aveva centinaia di vascelli e 80.000 soldati. Denunciato, sorvegliato dappertutto, sfuggire scivolando tra squadre formidabili; piombare all'improvviso sul punto meglio difeso della costa, davanti a due navi da guerra che avrebbero potuto mandare in rovina la sua spedizione con una ventina di scariche; poi, in quindici giorni rovesciare 30.000 uomini e conquistare la Sicilia.
Infine, dopo tre mesi di attesa e di riposo, saltare d'un balzo su di una piazzaforte e, in diciassette giorni, marciando diritto davanti a se senza deviare un passo, conquistare un regno, abolire l'opera di un secolo, e mostrare al mondo stupefatto, nei nostri tempi di moderazione di diplomazia, un'avventura piu singolare, piu meravigliosa delle antiche conquiste dei Normanni. Essere un corsaro sconfessato dal proprio re, e dare a questo re con un tratto di penna un centinaio di navi e dieci milioni di uomini.
Visto dallo storico francese contemporaneo
G. Bandi. Garibaldi
46. Leggere, tradurre in russo e riassumere il seguente testo:
G. Bandi. Garibaldi
Ormai, cominciava anche lui (Garibaldi) ad accorgersi che noi non eravamo piu se non ospiti importuni, cola dove pochi giorni innanzi fummo soli di fronte al nemico e soli a gridare al mondo che non c'erano piu due Italie, ma una sola Italia, un solo popolo ed un cuore.
L'esercito regolare ci guardava tutt'altro che con occhio di simpatia; le nostre lacere camicie rosse parevano fare orrore ai generali carichi d'argento, per i quali noi eravamo se noi fortunati scorridori, usurpanti il nome e le insegne della vera e buona milizia.
In quei giorni ci fu detto che re Vittorio sarebbe venuto a vederci; infatti, stemmo una mezza giornata intera sotto le armi e schierati in quell'ordine che si pote migliorare, per aspettare la visita del re d'Italia; ma la sera tornammo agli alloggiamenti senza che il re ci avesse visti.
Ben e certo che il re aveva fisso di venire a farci una visita, e ci sarebbe venuto veramente, se certi gran sapientoni che aveva d'intorno, non gli avessero dimostrata la sconvenienza di quella visita, facendogli chiaro che non era degno di un re il percorrere a cavallo le file di quei nuovi sans culottes, e di far loro festa, quasi che fossero soldati suoi.
Garibaldi si afflisse non mediocremente di questo fatto, ma non ne accagiono mai il re; anzi, disse ripetute volte: «Povero re, vedete che cosa gli fanno fare!»
Ma la piu grande e amara delusione che ebbe, fu quella che veder dileguato il suo bel sogno dell'affratellamento delle camicie rosse con i cappotti turchini per seguitare la guerra.
Con riduzioni dalle memorie del garibaldino G. Bandi
M.Mormier. Il plebiscito
47. Leggere, tradurre in russo e riassumere il seguente testo:
M.Mormier. Il plebiscito
Lo storico francese M. Mormier, che si trovava a Napoli in quei giorni, descrive con entusiasmo la giornata del plebiscito
22 ottobre.
Ieri era il grande giorno: il popolo votava! E tutto il popolo! Dopo quaranta secoli di esistenza e la prima volta che viene consultato sui propri destini. Questo popolo e stato greco, romano, sottomesso ai goti e agli ostrogoti, poi ai normanni, agli austriaci, al re d'Ungheria, agli Angio, agli spagnoli, ai francesi di Championnet, ai francesi di Murat, a tutti gli stranieri, a tutte le dinastie possibili, e sempre in virtu della forza, per diritto di conquista e di usurpazione. Finalmente gli si chiede di scegliere il suo padrone; e lo si chiede non soltanto ai gentiluomini, agli uomini di toga e di spada, a coloro che hanno intelligenza о ricchezze, ma al semplice lazzarone[8] che, fino all'altro giorno, reclamava soltanto la liberta della strada e il diritto di saccheggio quando si batteva. Bisognava vederli ieri, questi lazzaroni a piedi nudi diventati cittadini, con in mano il certificato elettorale che non sapevano leggere.
Sotto il portico, tuttavia, lo spettacolo era pittoresco. La liberta di voto, promessa la vigilia, era salvaguardata, ma la procedura delle votazioni lasciava molto a desiderare. C'era un'urna tra due canestri, l'uno pieno di «si», l'altro pieno di «no». L'elettore vota alla presenza delle guardie nazionali e dinanzi alla folla. Il voto negativo era difficile da dare, fors'anche pericoloso. Ma si assicura che lo stesso sistema, in nulla migliore di questo, e stato usato in Toscana.
VOCABOLARIO
detronizzare vt 1. свергать с престола 2. fig. развенчивать, низвергать с пьедестала (часто шутл.)
dinastia д/1 династия
usurpazione ^узурпация, насильственное присоединение
dare le dimissioni подавать в отставку
fare orrore a qd наводить ужас на кого-л.
dichiarare guerra объявить войну
mandare in rovina qd/qc разорять, разрушать
sconveniente agg неподходящий, неуместный, невыгодный
denunciare vt заявлять, объявлять, разоблачать, доносить
elezioni pi f выборы, голосование
ereditario agg наследственный
stupefatto agg пораженный, изумленный
cospirazione sm заговор
48. Temi da svolgere.
1 La situazione del regno delle Due Sicilie prima della spedizione dei Mille.
2. I motivi che spinsero Garibaldi a organizzare l'impresa.
3. Le tappe principali della conquista della Sicilia.
4. Garibaldi e la sua abilita di guerriero.
5. Garibaldi prima e dopo la spedizione dei Mille.
6. Com'era Garibaldi di carattere?
7. L'atteggiamento di Garibaldi dopo l'incontro di Teano. La delusione di Garibaldi.
8. Le prime elezioni d'Italia: lati positivi e negativi.
Un po' di storia antica
Il soldato romano
49. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
Il soldato romano
Alle origini il romano e un soldato e un contadino. Lavoro accanito, frugalita e austerita costituivano le tre regole di vita piu importanti di questi uomini attaccati alla terra che potevano passare direttamente dal lavoro dei campi alla conduzione degli affari di stato, salvare la patria e fare ritorno all'aratro. E lo stile di vita degli uomini interamente dediti alla comunita, pronti a sacrificare tutto, persino la vita, per il bene comune. Ricevevano un'educazione severa e ricavavano la loro forza e la loro risolutezza dal fatto di essere stato abituato fin dall'infanzia a far lavorare il corpo e a vivere sobriamente. Per generazioni di Romani Catone il Censore, politico, oratore e scrittore romano (234–149 a. C.), ha rappresentato l'uomo incorruttibile e privo di debolezze, originario della campagna. Catone non esitava a lavorare i campi in compagnia dei suoi schiavi e a consumare i pasti con loro. La sua durezza nei confronti degli altri e di se stesso sconfinava a volte nel disumano: come quando, per esempio, proibiva ai suoi contadini di perdere tempo in passeggiate о chiacchiere, о si sbarazzava di uno schiavo malato perche non voleva nutrire una bocca inutile. Ma, come fa notare Plutarco, gia all'epoca di Catone «si trovavano ben pochi uomini che volessero lavorare la terra con le proprie mani come facevano gli antichi, pranzare frugalmente, cenare senza accendere fuoco e senza far uso di cucina, e che si accontentassero di un abito semplice e di un alloggio modesto». (Da «Vita di Catone»).
Questa morale, favorevole a un certo puritanismo e ostile alla speculazione intellettuale, rifiutava il lusso e la vita facile. Era una morale dell'energia. Il contadino conosceva il prezzo del lavoro e lottava contro lo spreco che gli avrebbe arrecato la miseria. Era dunque anche una morale nata dalla necessita.
Il fondamento di tale morale e la famiglia. Questa si compone dell'onnipotente paterfamilias, di sua moglie, dei figli, degli schiavi e delle divinita. La famiglia riunisce gli elementi naturali e sovrannaturali, la cui comunione da coerenza al nucleo e forza a ogni elemento che la compone.
Roma deve indubbiamente la sua straordinaria espansione al rigore della sua morale. Formato in una tradizione austera, il romano diviene un soldato efficiente. L'anno e diviso in due periodi, quello della pace, riservato all'agricoltura, e quello consacrato alla guerra che va da marzo a ottobre. Il riposo del soldato, infatti, puo nuocere al suo ardore guerriero. La citta, come e noto, costituisce un pericolo per i militari e alcuni capi dell'esercito.
D'altra parte e curioso constatare che la citta, gia in epoca molto antica, costituiva un pericolo morale sia per il soldato, sia per il contadino perche offriva occasione di divertimento, soprattutto nei giorni di mercato e nei giorni di festa. Anche gli schiavi abituati ai bagni (esistevano le terme per gli schiavi), alle taverne e ai lupanari non volevano piu impegnarsi negli sforzi richiesti dai lavori agricoli. Proponendo l'esempio di uomini come Catone la morale rifiuta la vita facile e il vizio. Costituiscono un pericolo per la salute morale persino la gioia dei sensi e il piacere provato davanti a cio che e bello. La morale deve essere per l'uomo una guida e il piacere va considerato come il contrario del lavoro, qualcosa che fa perdere all'uomo la sua dignita. Ma e evidente che le future conquiste e l'espansione dell'impero avrebbero condotto a una riforma nei costumi stessi.
50. Riassumere il testo in breve e poi per esteso.
R. Bonghi. Come Romolo scomparve
51. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
R. Bonghi. Come Romolo scomparve
Un giorno Romolo aveva adunato l'esercito nel campo accanto alla palude della Capra, per farne la rassegna. Ed ecco scoppiare una grande tempesta: i tuoni e lampi, ed eclissarsi il sole; e tutta coprirsi di tenebre la terra. E tutti a fuggire da ogni parte. Quando l'uragano fu passato, e si fu rifatto sereno, Romolo non apparve piu in nessun posto.
I cittadini lo cercavano e nessuno sapeva che mai fosse avvenuto di lui. Ma il mistero fu in breve chiarito: Procolo Giulio, uno dei Romani venuti da Alba, sotto giuramento attesto che, mentre era pervenire al Foro, gli si era fatto incontro Romolo, piu bello e grande che non era mai stato, rivestito di armi luccicanti e fiammeggianti. Romolo disse:
– Agli dei e parso, о Procolo, che noi non dovessimo stare in mezzo agli uomini piu di cosi… Sicche sta' sano, e di' ai Romani che, mantenendosi savi e coraggiosi, perverranno a grande potenza. Io avro dal cielo cura di voi; e saro per voi il dio Quirino.[9]
E, cosi detto, disparve.
Con riduzioni da «Storia di Roma»
52. Riassumere il testo in italiano.
Vogliamo conoscere le regioni d'Italia?
Piemonte
53. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
Piemonte (Capoluogo – Torino)
Il Piemonte e per estensione la seconda regione italiana. Confina a nord con la Valle d'Aosta e la Svizzera, e a est con la Lombardia e – per un brevissimo tratto – con l'Emilia– Romagna, a sud con la Liguria, a ovest con la Francia. Il Piemonte ha una popolazione che supera 5 milioni di abitanti. La provincia di Torino accentra oltre la meta della popolazione complessiva della Regione. Le province sono sei: Torino, Vercelli, Novara, Alessandria, Asti, Cuneo.
Il Piemonte e infatti il territorio posto «ai piedi dei monti», cioe quell'insieme di pianure e di colline, che si stende dentro il semicerchio formato dalle Alpi a nord e ad ovest, dalle Alpi e dall'Appennino a sud.
La pianura piemontese, come l'intera Pianura Padana, e una creazione del Po e dei suoi affluenti, i quali colmarono con i loro depositi il golfo, con cui l'Adriatico si spingeva antichissimamente fin qui. In queste vaste campagne l'agricoltura e bene sviluppata.
Tuttavia la Regione non si stende soltanto ai piedi dei monti, ma penetra profondamente tra di essi. Le Alpi Piemontesi, ivi comprese quelle della Valle d'Aosta, rappresentano il settore piu elevato del sistema alpino, superando i 3000–4000 m. Le piu alte vette del Piemonte sono: il Monte Rosa (4633 m) e il Monte Leone (3552 m), al confine con la Svizzera; il Gran Paradiso (4061 m), al confine con la Valle d'Aosta; il Rocciamelone (3538 m) e il Monviso (3841 m), al confine con la Francia.
Nelle Alpi il clima e rude e la terra povera, di modo che molti abitanti emigrano verso le citta della pianura, dove e piu facile trovare un'occupazione. Per fortuna lo sviluppo del turismo frena almeno in parte lo spopolamento, offrendo ai valligiani nuove possibilita di lavoro.
La presenza dei turisti provoca sulle strade di montagna un intenso traffico automobilistico. L'azione di queste macchine costituisce uno spettacolo degno di essere visto, perche frantumano la massa nevosa sollevandola in alte colonne ai lati della strada.
Ancor piu ammirevoli, se pensiamo al passato, ci appaiono pero gli sforzi compiuti dalle schiere di pellegrini, mercanti e soldati, che varcarono questa sezione delle Alpi nell'antichita e nel medioevo. Bastera ricordare l'impresa di Annibale, sceso in Italia, con i suoi soldati e i suoi elefanti, forse attraverso il Monginevro.
Nel medioevo su alcuni valichi sorsero ospizi, nei quali i religiosi accoglievano i viandanti. La potenza politica dei duchi di Savoia comincio ad affermarsi proprio perche loro, dominando su entrambi i versanti delle Alpi, ne controllavano i passi. Gia al termine del Quattrocento la Casa di Savoia aveva trasferito la sua capitale al di qua delle Alpi, cioe a Torino. Pero solo nel 1860 – con la cessione della Savoia alla Francia – il Regno Sabaudo fini di essere uno Stato a cavallo delle Alpi; spostandosi tutto all'interno della cerchia alpina. Da allora il Piemonte, che gia aveva osato sfidare in campo aperto la potenza militare dell'Impero Austriaco, fu il simbolo dell'unita e della liberta dell'Italia moderna.
Un po' di storia. Prima della conquista romana (Giulio Cesare), avvenuta nel I secolo a. C., il Piemonte era occupato dai Taurini, dai Salassi e da altre popolazioni celtiche, ossia galliche. Nel medioevo il territorio fu sede di ducati longobardi e quindi di contee carolinge, finche nel X secolo risulto spartito fra le grandi marche imperiali di Ivrea, di Torino e degli Aleramici (Monferrato e Liguria). Dopo il Mille i conti di Savoia (regione oggi francese confinante con il Piemonte) si estesero anche sulla Valle d'Aosta e sulle marche di Torino e di Ivrea, mentre dalla disgregazione della marca aleramica sorgevano nel XIII secolo varie signorie (marchesati di Saluzzo e del Monferrato) e liberi comuni (Asti, Cuneo, Alessandria). Su tutti prevalse pero la signoria di Savoia. Trasformatosi nel 1720 in Regno di Sardegna, lo Stato Sabaudo fece del Piemonte il centro della formazione dell'unita d'Italia, proclamata a Torino nel 1861. Dal 1945 il Piemonte ha perduto la provincia di Aosta, trasformata in regione (Valle d'Aosta).
Economia. Il Piemonte si colloca tra le regioni economicamente piu sviluppate d'Italia. L'agricoltura offre una produzione cospicua grazie ai terreni di pianura e collina. Prodotti agricoli principali sono: il frumento, il granturco, il riso, la segale, l'avena, le patate, la barbabietola da zucchero, i cavoli, le cipolle, i fagioli, le mele, le pere, le nocciole. Примечания
1
В этом учебнике нет грамматических правил, поэтому для достижения наилучшего результата используйте «Практическую грамматику итальянского языка» или «Итальянскую грамматику» (JI.A. Петрова. – М., 2009).
2
Spedizione dei Mille. Operazione militare compiuta nel 1860 da poco piu di mille volontari (ca. 1150), sotto la guida di G. Garibaldi, per abbattere il regime borbonico nell'Italia meridionale e in Sicilia. Giuseppe Garibaldi (Nizza 4.7.1807 – Caprera 2.6.1882). Militare e politico. Figlio di Domenico, comandante di modeste imbarcazioni, divenne anche lui precocemente marinaio, maturando un'inclinazione per la liberta e l'avventura che lo avrebbe sempre contraddistinto. Nel 1833, dopo un incontro con G. Mazzini, aderi alla Giovine Italia. Implicato in un fallito tentativo insurrezionale (Genova, 1834), fu costretto a fuggire in Francia e poi in America Latina dove soggiorno per tredici anni, combattendo per l'indipendenza di vari paesi il che gli valse l'appellativo di «eroe dei due mondi». Nel frattempo aveva sposato la brasiliana Anna Maria Ribeiro da Silva (Anita) che gli diede tre figli. Allo scoppio della prima guerra d'indipendenza (1848), ebbe l'autorizzazione a tornare nel Regno di Sardegna e costitui un corpo di volontari, impegnato contro gli austriaci nel nord della Lombardia. Dopo la sconfitta piemontese tento di proseguire la lotta ma dovette poi riparare in Svizzera. Nel novembre successivo fu eletto tra i membri dell'assemblea costituente della Repubblica Romana. Nominato generale di brigata, fu l'animatore della resistenza contro le truppe francesi e borboniche. Alla caduta della citta, con alcune migliaia di seguaci forzo le linee avversarie, per cercare di portare aiuto a Venezia, che ancora resisteva. Braccato dalle truppe austriache, sciolse il suo reparto nei pressi di San Marino. Mori per la fatica e le privazione la moglie Anita. Garibaldi dovette affrontare un nuovo esilio a New York. Solo nel 1854 pote rientrare nel regno di Sardegna e si stabili nell'isola di Caprera. Inizio allora un periodo di ravvicinamento agli ambienti di governo piemontesi. Allo scoppio della seconda guerra di indipendenza C. Cavour lo nomino generale dell'esercito piemontese (1859), che riporto alcune importanti vittorie sugli austriaci. Staccatosi dagli ambienti moderati, Garibaldi si pose a capo di un raggruppamento politico di tendenza radicale, il Partito d'azione. In questo contesto maturo il progetto di una spedizione clandestina di volontari per la cacciata dei Borboni (spedizione dei Mille)
3
II Regno delle Due Sicilie. Conquistata da Carlo di Borbone (1734; trattato di Vienna, 1738), la Sicilia formo con Napoli il regno delle Due Sicilie (1816)
4
Vittorio Emanuele II (Torino 14.3.1820 – Roma 9.1.1878). Re di Sardegna dal 1849 e il primo re d'Italia dal 1861. Savoia – 1. regione storico– geografica della Francia sud-orientale, fu sottomessa dai romani nel secolo II a. C. Passo quindi ai burgundi e ai franchi. Nel secolo XVI entro a far parte dello stato piemontese, alle cui sorti fu legata fino al 1860; 2. famiglia nobile originaria del regno di Borgogna
5
I garibaldini portavano camicie rosse
6
picciotto e parola dialettale che significa «giovane»
7
mazziniano 1. agg che si riferisce alla persona, al pensiero e all'opera di G. Mazzini 2. sm (sf – a) seguace del pensiero di G. Mazzini
8
lazzarone sm (raro) 1. popolano dell'Italia meridionale; (esteso) straccione 2. mascalzone, canaglia 3. (fam) poltrone, fannullone, scansafatiche
9
Quirino – antica divinita romana, costituiente con Marte e Giove una triade. Di origine sabina (il nome veniva ricollegato alla citta sabina di Curi о a curis, «lancia»), era la divinita della comunita sabina stanziatasi sul Quirinale (il maggiore dei sette colli di Roma, 61 m). In origine probabilmente divinita agricola, assunse i connotati di dio della guerra, per finire poi a identificarsi con Romolo
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